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smile (milano50)
I tempi del rasoio di Occam stanno tornando. E questo è bene. Quindi salutate tutti con rinnovata gioia il ritorno del tempo del rasoio di Occam.
Terminate le considerazioni strettamente personali, oggi ho dovuto ragionare sulla felicità.
Insomma, ma cos'è che vogliamo “veramente”?
La risposta che mi sono dato è che il nostro concetto di felicità si forma piuttosto presto. Diciamo negli anni tra l'asilo e le elementari.
Perché dico questo? Beh perché una buona parte delle donne che conosco aspira, in realtà, ad una vita, ad uno stile di vita, che è del tutto similare a quella della Barbie.
E perché d'altro canto noi maschietti non siamo ancora riusciti a liberarci del tutto dalla sindrome di He-man (cioè quella che ti spinge ad andare in giro con delle mutande di pelo grezzo e a brandire un metaforico spadone per difendere e vendicare il mondo dal male e dagli scheletri gialli parlanti) e da quella del robottone (dai, la verità è che tutti noi esseri col pistulino vorremmo pilotare complesse macchine trasformanti per salvare pianeti e principesse da oscure civiltà aliene).
Le donne poi hanno anche la sindrome da telenovela eh. Amori contrastati, contro tutto e tutti, fughe, tradimenti, per inseguire l'amore con la A maiuscola (vedi alla voce Georgie o Candy Candy). E comunque anche Lady Oscar è stata una bella spinta sia verso l'emancipazione femminile sia comunque la ricerca di un amore sufficientemente disperato da meritarsi una fine sufficientemente tragica.
Ma il punto è che tutto ciò è negato alla gran parte dei comuni mortali. Perché la gran parte di noi non è abbastanza figa o ricca per potersi permettere di realizzare i suoi sogni da seienne.
Sono cinico? Sì, forse, ma è giusto dire le cose come stanno.
Perché tutti gli altri, che stanno fuori da questo giro non fanno altro che passare tutto il resto della vita a cercare nuovi modelli di felicità per cercare di supplire all'incapacità e all'impossibilità di sposare la propria principessa/principe e di essere uno stronzo/a qualsiasi che non riesce nemmeno a salvare se stesso dalle proprie ansie e paure e figuriamoci se riesce a salvare il pianeta terra.
Quindi, dicevo, sono cinico? No. Non sono cinico. Sono solo terribilmente invidioso. Ma sono anche sincero. Perché almeno ho il coraggio di ammetterlo. Spero apprezziate lo sforzo.
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