no i in threesome (genova18)

Non ho postato foto per un po' fondamentalmente per un motivo. Queste sono foto di Genova. E noi tutti sappiamo cosa è successo a Genova giusto una settimana fa.
Ho aspettato un po', cercando di raffreddare un po' la mente e l'animo di fronte a quanto successo ad una delle mie città del cuore. Animo che era già scosso dagli avvenimenti alle cinque terre: vedere Vernazza, la sua piazza, in quelle condizioni, è stato davvero impressionante. I miei ricordi di Vernazza e Monterosso sono bellissimi. La speranza è che tutto possa tornare meglio di prima.
La speranza è la stessa che ho per Genova. Se penso che giusto un mese fa ero sceso alla stazione Brignole e avevo percorso la via sotto cui scorre il Bisagno per andare a comprare proprio una macchina fotografica da regalare, mi si riempie il cuore di tristezza.
La questione è che dal primo momento in cui sono arrivate le notizie, non ho potuto fare a meno di pensare che tutto questo era un disastro annunciato.
Chiunque guardi la mappa di Genova può rendersi conto di come il Bisagno sia stato “tappato” proprio nel suo tratto finale per costruirci davanti una stazione e una strada enorme.
Chiunque ha modo di girare un po' per quei luoghi (e per il nord Italia in generale) non può fare a meno di notare quanto ormai il cemento e l'asfalto abbiano ormai occupato anche spazi al di fuori di ogni buonsenso.
Nel 1970 ci furono 44 morti. Stavolta 7. Sono passati più di quarant'anni e la lezione non l'abbiamo ancora imparata. Sindaci e amministrazioni pur di avere più soldi hanno venduto l'anima al diavolo dell'edilizia selvaggia. Hanno stretto, coperto, incanalato corsi d'acqua che se ne stavano li da millenni. Hanno tolto e cancellato opere di contorno ritenendole inutili ma che evidentemente, se i nostri nonni le avevano costruite, un senso ce l'avevano.
Il mio paese, come tutta la Brianza ormai, è una colata di cemento unica che arriva ininterrotta fino a Milano. Condomini sempre più grandi, sempre più gente. Strade al collasso. Verde cancellato. E case che continuano a spuntare sempre più vicine le une alle altre e senza una logica.
Chissà quanti altri morti dovremo seppellire prima che qualcosa cambi davvero.
Il problema è che la prima cosa a cambiare dovrebbe essere la testa degli italiani.
Quindi io chiederei ai becchini di portarsi avanti e iniziare a scavare. Speranze non ne ho.
Ma vi faccio una domanda: oggi è capitato a delle bambine a Genova: siete davvero così tranquilli del fatto che domani non potrebbe capitare a voi o a qualcuno a voi caro?
Onestamente credo che a me, un giorno, potrebbe capitare, visto quello che stiamo facendo.

Plus de photo par juri_kid_a