narcisse (genova13)

Non so nemmeno io quante volte io abbia fatto a piedi il percorso che separa piazza Cadorna dal Duomo e viceversa.
Anche oggi, che era una bella giornata, ho preso appositamente il treno prima per farmi questa camminata.
Il percorso è sempre lo stesso. Attraverso piazza Cadorna e m'infilo in Foro Buonaparte.
Sulla destra c'è la banca che fa angolo e dove qualche tempo fa una coppia diede “spettacolo” facendosi prendere dalla “frenesia” dentro al bancomat pensando che chi stava fuori non potesse vedere ciò che succedeva dentro...
Poi, sempre sulla destra l'edificio della Edison con la solita infilata di moto e motorini parcheggiati di fronte. Di domenica puoi vedere nell'asfalto i segni di centinaia di cavalletti che ci sono sprofondati dentro.
Al semaforo tiro dritto e m'infilo in via Puccini. Sulla sinistra il teatro Dal Verme, sulla destra case, giardini, una pasticceria e la copisteria L'Ideale. Una domenica, qualche tempo fa, per i “cortili aperti” l'interno di uno dei portoni era visitabile. Fa un po' strano entrare per caso in un portone davanti al quale ci passi da anni ed è sempre chiuso. Certe volte penso che dietro i portoni non ci sia nulla, che siano come le case di un set cinematografico.
Attraversata la strada, si passa sotto ad un edificio (per mesi c'era una Triumph abbandonata ed impolverata parcheggiata sul marciapiede). Poi si sbuca in via Giulini. Che è carina perché c'è una specie di mini anfiteatro dove ci si può sedere e dove c'è una chiesa ortodossa che la domenica è aperta e “funzionante”. La mattina è bello passarci e vedere tutte queste donne dell'est, col velo in testa che parlano fuori dalla chiesa.
Giro in via Camperio, cambio lato della strada, vado dalla parte del garage e quando arrivo in via Meravigli attraverso subito.
Così posso passare davanti alla Galleria Meravigli, che fino a un po' di tempo fa era arredata con tavoli, divani e tende color porpora. Poi il bar ha chiuso e la galleria è rimasta vuota. E io ho potuto farci le foto. Mi stupisce sempre un po' vedere la galleria così vuota. Non ci sono ancora abituato.
Poi non passo da Cordusio, giro prima in via S. Maria Segreta, così mi evito le masse e vedo quei palazzoni di marmo bianco di poste e Banche dove certe domeniche fanno i mercatini e dove, durante la settimana c'è un vivace scambio di appassionati di numismatica.
Tiro dritto in via Armorari, così posso dare un occhio all'entrata della Pinacoteca Ambrosiana e mi ritrovo in via Spadari, così posso dare un occhio a Ladureé e a Peck.
La svolta in via Torino mi fa bruscamente tornare alla realtà. Muri di gente che ti viene incontro, muri di gente ferma ad aspettare qualche tram. Muri di gente che sta ferma in mezzo al marciapiede.
Muri di gente che hai fatto di tutto per evitare, ma sai che lì, in via Torino, te li devi prendere, non li puoi evitare. Non ci riesci, sono sempre troppi.
Aspetti al semaforo all'incrocio con via Mazzini. Anche lì c'è sempre troppa gente che vuole e deve attraversare, in un senso o nell'altro. E il semaforo che non trovi mai verde. È come se sapesse che stai arrivando. E quindi diventa rosso. Perché devi aspettare. Devi farti strada tra quelli che ti verranno addosso perché arrivano dal lato opposto. Il semaforo sa tutto ciò. E ti nega il verde.
Dopo, i portici. Benetton. E tutto il resto. La statua del re a cavallo. Di fronte, la Galleria. E in fondo, il Duomo.
Secondo Google, 1,5 km – 19 minuti.

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